Ad Memoriam

Ogni professionista ha degli esempi da seguire. Esempi incarnati in figure che fanno loro da maestri, mentori, punti di riferimento.

E non mi sento diverso da altri colleghi. Io pure ne ho, e ne ho avuti.

Queste righe le dedico al mio Maestro, incontrato per la prima volta sul finire degli anni ’90 in quel di Padova, e da allora mai più allontanato dal mio cuore. Scomparso i primi giorni di febbraio 2017.

Grazie a Lui sono diventato psicologo, sto diventando psicoterapeuta – seguendo il suo indirizzo teorico clinico – ma soprattutto sono diventato me stesso. Non posso e non potrò mai vedermi in modo diverso senza la Sua presenza.

Descrivere questa Persona è un’impresa impossibile: impossibile perché Giorgio andava conosciuto, andava ascoltato, andava “assorbito”, anche e soprattutto standogli vicini in silenzio. Per Lui non ho aggettivi che gli diano ragione nel riassumerlo. Empatico, ironico, intelligente, umano, dotto… La lista potrebbe riempire pagine e pagine di fogli, e saturare centinaia di chiavette di memoria.

Credo che tutti i suoi allievi, i migliaia di allievi, che lo hanno incontrato e gli sono stati vicini la pensino come me. Come credo pure che ci siano tante persone che lo abbiano odiato, perché Giorgio ha sempre avuto una grande grande grande dote: non si è mai riempito la bocca per prendere le difese dei più deboli. Passava direttamente ai fatti. Anche a costo di risultare antipatico, e prendere di petto le critiche che gli venivano rivolte.

Ha saputo affrontare sulla propria pelle, con una dignità che trovi solo nelle Grandi persone, nelle Grandi anime, le più infami malattie dei nostri secoli. Conosceva bene gli anfratti più bui dell’animo umano, perché gli aveva visti di persona. E sapeva restituirti la gioia di essere uomo e di respirare la vita perché Lui per primo sapeva tornare fuori da quei labirinti di sofferenza.

Sapeva coglierti i pensieri prima ancora che aprissi bocca, perché… Il perché francamente mi è ignoto. La psicologia è ancora una scienza giovane, e ancora poco sappiamo cosa divide dal materiale al non-materiale, all’etereo. Certo è che – ne sono certo – una continuità tra aspetto visibile e non visibile esiste. Un giorno probabilmente scopriremo i canali con cui queste dimensioni comunicano.

Mi ripeteva spesso che la professione di psicologi e psicoterapeuti non è un semplice lavoro: è una vocazione. Non siamo noi che la scegliamo. Veniamo scelti, e dobbiamo solo accettare la cosa. Così come accade per tutti i lavori e le professioni, del resto. Anche per questo motivo, Giorgio – a differenza di tanti colleghi e suoi maestri – ha scritto pochissimo. Ha sempre privilegiato la pratica psicoterapeutica che le memorie scritte. Ha preferito mettersi sempre dietro le quinte, non farsi mai pubblicità, investendo piuttosto nell’insegnamento. Che lo ha portato a fondare la tanto amata Scuola di specializzazione in psicoterapia psicoanalitica fenomenologica “Aretusa” di Padova, assieme ad altre figure di spicco della psicologia italiana. Doveroso il ricordo di quello che doveva essere il suo diretto discepolo, Antonio Maria Favero, scomparso però prematuramente nel giugno 2006. E che ho avuto la fortuna di essere stato in analisi con lui per 5 anni.

Ritengo sia superfluo aggiungere altro, in quanto qualsiasi altra parola risulterebbe essere come una goccia paragonata alla vastità di un Oceano: non descrive appieno ciò che si ha davanti.

Questo sito, ed i suoi contenuti, li dedico a Lui. In ogni lezione che tengo, in ogni incontro che svolgo, in ogni persona che incontro Giorgio è con me. E smetterà solo quando finirò io le mie ore su questa terra.

Bruno Marzemin

Giorgio Maria Ferlini
Foto presa da Istituto Aretusa @Facebook

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